È da un po’ di tempo che penso ad un articolo che raccontasse il lavoro che c’è dietro alla organizzazione di una cena in Fucina. Ho sempre però rimandato la sua stesura pensando a quanto potesse essere lungo e forse anche un po’ noioso per chi legge raccontare il retroscena di una “semplice” cena per otto persone in uno spazio privato.
Il senso di un articolo come quello che stai per leggere è quello di renderti partecipe e più consapevole del processo di gestazione e conseguente parto di una vera e propria messa in scena, di cui lo spettatore ed ospite conosce solo una piccola parte.
Sebbene chi vi scrive non sia un ristoratore, sento il bisogno di contribuire ad una narrazione più ampia e complessa di un mondo che troppo spesso finisce per raccontarsi solo attraverso foto patinate di piatti ben presentati, di frame che immortalano atmosfere vagamente glamour.
Una narrazione fin troppo costruita e parziale che non rende giustizia al lavoro ben più complesso e duro dei tanti che si dedicano all’arte della cucina e della convivialità.
Fatta questa premessa è tempo di andare al nocciolo della questione. Proverò a raccontarti passo dopo passo tutte le singole fasi che precedono e poi seguono la realizzazione di una cena in Fucina.
La progettazione del menù
Come potrai ben immaginare per poter mettere in scena la cena a cui parteciperai, qualcuno molto tempo prima ha dovuto immaginarla e poi progettarla in ogni suo aspetto.
Quello più importante e centrale è sicuramente il menù, che di volta in volta va definito, calibrato e strutturato per poter rispondere all’idea di cucina che si vorrà proporre agli ospiti.
La progettazione del menù rappresenta un po’ la carta d’identità del cuoco o comunque dello spazio che lo propone. Di conseguenza un certo tipo di menù definirà anche il pubblico a cui questo genere di proposta potrà piacere.
La scelta degli ingredienti, delle singole pietanze, la loro sequenza, le quantità, i tempi, sono tutti aspetti che definiscono il DNA di una cena e dei suoi proponenti.
Le prove dei piatti
Dalla definizione del menù alla cena vera e propria c’è una fase preparatoria durante la quale si dovranno provare i singoli piatti. Quella che all’inizio è solo un’idea dovrà poi misurarsi con la realtà e quindi con il risultato che si sarà in grado di ottenere per capire quanto l’idea risulti efficace una volta realizzata. O più semplicemente bisogna far pratica con delle nuove preparazioni che implicano un certo livello di complessità e quindi di rischio.
Il menù che verrà portato in tavola la sera dell’evento, non è frutto di improvvisazione, ma il risultato di un pensiero ragionato che è stato poi messo in pratica e testato più volte fino a raggiungere il risultato desiderato.
La comunicazione e la promozione
È inutile ribadire che oggi, ancora più di prima, è fondamentale curare l’aspetto della comunicazione del proprio progetto eno-gastronomico. Basti pensare all’infinità di post, foto e suggestioni varie a cui siamo quotidianamente esposti sui social. Puoi essere il miglior cuoco del mondo ed essere totalmente ignorato dai tuoi potenziali ospiti se non sei in grado di comunicare e promuovere la tua immagine in rete.
Al giorno d’oggi, chi cucina, con una mano mantiene un mestolo e con l’altra il telefono. Lo sforzo comunicativo necessario per tenere alta l’attenzione del pubblico verso quello che fai rappresenta quasi la metà di quello che serve per realizzare un qualsiasi evento di questo tipo.
Per cui quando lanciamo una delle nostre serate dobbiamo anche occuparci alla loro comunicazione e promozione. Quindi realizza la locandina, scrivi il post, pianifica le collaborazioni, imposta una campagna da sponsorizzare. Realizza dei post periodici prima della data dell’evento per “spingere” le adesioni.
Per non parlare dello sforzo comunicativo che viene fatto in maniera continuativa semplicemente per costruire e mantenere un tuo pubblico di affezionati.
Il vino
La ricerca, selezione ed acquisto del vino rappresenta un altro momento topico ed impegnativo, sebbene molto piacevole e stimolante, delle attività che anticipano la realizzazione della cena. Anche qui cerchiamo di sviluppare un ragionamento su ciò che andremo a proporre per completare il nostro menù. Quindi si ragiona su quale cantina e quali vini abbinare al menù della prossima cena. Si fissa un appuntamento con il vignaiolo, ci si mette in macchina e lo si raggiunge in cantina, si assaggiano i vini, ci si confronta e si procede all’acquisto.
La spesa
Pochi giorni prima dell’evento si definisce la lista della spesa, si elencano gli ingredienti necessari, ci si rimette in macchina e si fa il tour di fruttivendoli e macellerie dove acquistare la merce. Molto spesso bisogna ordinare determinati prodotti che non sono di facile reperimento e quindi bisogna programmare il loro acquisto con molto anticipo rispetto alla data dell’evento.
È bene ricordare che la scelta dei luoghi dove fare la spesa, quindi la selezione dei fornitori, è coerente con l’idea di cucina che si intende proporre, motivo per cui anche questo aspetto non può essere lasciato al caso o prestarsi a facili compromessi. Vale sempre l’adagio “dimmi dove fai la spesa e ti dirò chi sei”.
La preparazione degli spazi
Accogliere gli ospiti per la cena vuol dire preparare gli spazi e tutti gli “accessori” necessari che dovranno rendere gli ambienti sufficientemente accoglienti.
Tradotto vuol dire lavare i pavimenti, rassettare le suppellettili, pulire il bagno, stirare i tovaglioli e tanti altri piccoli dettagli che però serviranno a creare la giusta atmosfera per chi siederà al tavolo.
Il giorno dell’evento
Col tempo ho imparato a distribuire nell’arco della settimana la realizzazione di diverse preparazioni, solitamente quelle che richiedono più tempo, per poi arrivare al giorno della cena con un carico di cose da fare più gestibile, in modo da ridurre al minimo i margini di stress e quindi di errore.
Quello della cena è il giorno più concitato perché si comincia dalla mattina e poi ancora nel pomeriggio fino a completare tutte le preparazioni previste dal menù.
Il tutto è congegnato per essere completato entro le 19.30, ovvero un’ora prima dell’arrivo degli ospiti.
Il servizio
A partire dalle 19.30 comincia una sorta di conto alla rovescia, abbiamo un’ora per curare gli ultimi dettagli prima dell’arrivo degli ospiti. Si apparecchia, si fa partire il carbone, si controlla la temperatura dell’ambiente, si tirano fuori dal frigo le pietanze che per prime dovranno essere servite, si abbassano le luci, parte la musica di sottofondo.
Alle 20.30, dopo aver accolto gli ospiti si entra nel vivo della serata, un piatto dopo l’altro viene cucinato, impiattato, servito e presentato, snocciolando l’intero menù che verrà consumato nell’arco di circa 3 ore, più spesso tre ore e mezza.
A fine cena, mentre cominciamo a lavare piatti e a rassettare la cucina, ci piace intrattenerci con gli ospiti ancora un po’ e spesso riusciamo a chiudere la serata entro l’una.
Il giorno dopo l’evento
La cena è ormai alle spalle, ma davanti a noi c’è ancora da fare prima di poter archiviare l’evento appena concluso.
Va completato il lavaggio di ciò che è rimasto della sera precedente, vanno rassettati gli spazi da capo a fondo.
La manutenzione generale
Lo spazio che accoglie gli ospiti è stato allestito per poter offrire questo tipo di esperienza e come tale si compone di arredi, attrezzature e posateria che, come è facile immaginare, col tempo e l’uso vanno incontro all’usura, si danneggiano e quindi vanno periodicamente manutenuti, sostituiti, arricchiti.
Le conclusioni
Ora, se immaginiamo che stiamo parlando di un’attività non professionale, che si svolge in uno spazio molto contenuto, dove può partecipare un numero molto limitato di ospiti dovrebbe essere facile comprendere quanto possa essere complicata la gestione di una attività ristorativa propriamente detta che svolge questo genere di attività su base quotidiana.
Non ti nascondo che spesso e volentieri mentre ero preso dalle varie cose da fare in vista dell’imminente evento, provato dallo stress e la stanchezza, mi sono chiesto perché continuassi a fare tutto ciò. Mi sono chiesto se ne valesse la pena spendersi tanto dal momento che tale attività non è comunque la mia professione.
Che tutto sommato il contributo chiesto a ogni ospite per partecipare alla cena non può generare alcun tipo di profitto, anzi spesso questa attività è stata fonte di perdite.
Eppure, ogni volta che mi sono posto queste domande, finita la cena, tutti i dubbi svanivano come per magia sotto l’effetto dell’adrenalina e di una intensa sensazione di piacere legata proprio alla sofferenza fisica ed emotiva legata alla realizzazione di questo piccolo spettacolo.
Quindi devo dedurre che ci ha deciso di dedicarsi a questo genere di attività lo fa esclusivamente per un bisogno intimo di condivisione di un’esperienza conviviale, costi quel che costi.
E in questo solo Luigi La Porta mi potrà veramente capire.
P.S. Hai anche tu un home restaurant o ti capita di organizzare eventi di questo tipo? Ti va di condividere con noi la tua esperienza? Inviaci un messaggio sul nostro profilo Instagram.